Sonate in La per pianoforte e violino
1) I. Tempestoso
2) II. Preghiera per gli innocenti
3) III. Vivo e fosco
Sonata in Fa per pianoforte e violoncello
4) I. Largo
5) II. Molto concitato e angoscioso
6) III. Stanco e triste – Largo
1 CD 2057 STEREO DDD – Durata: 62:44
Libretto 12 pagine, italiano/inglese
12,90 €
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1) I. Tempestoso
2) II. Preghiera per gli innocenti
3) III. Vivo e fosco
Sonata in Fa per pianoforte e violoncello
4) I. Largo
5) II. Molto concitato e angoscioso
6) III. Stanco e triste – Largo
Neppure tre anni separano le due Sonate riunite in questo CD, un arco di tempo breve entro il quale la vita del compositore viene intimamente sconvolta dall’improvvisa scomparsa della moglie.
La stessa tensione drammatica, pervasa da una sofferta umanità, anima la vita della Sonata in La, “Tempestoso”, dialogo tra due personaggi, il pianoforte e il violino, quello con cui si apre il primo movimento. Il dualismo proprio di Pizzetti tra concitazione drammatica e distensione contemplativa trova intensa affermazione col secondo movimento: “Preghiera per gli innocenti” rinnova il senso nostalgico di un’infanzia lontana, che i due strumenti decantano con affettuosa eloquenza. Infine, attraverso la tenerezza della preghiera, la catarsi: il movimento finale come liberatorio, dove Pizzetti si apre ad un altro modo, non meno essenziale, del suo sentire, quello animato dalle suggestioni campestri, screziato di umori popolareschi.
La Sonata, terminata nel marzo del 1919 e pubblicata dall’editore inglese Chester è destinata ad entrare nel repertorio di famosi interpreti ed eseguita per la prima volta nel luglio del 1919, interpreti Ernesto Consolo e Mario Corti.
Le circostanze emotive che accompagnano invece la genesi della Sonata per violoncello affiorano dalla struttura stessa, nell’arco delineato dai tre movimenti. Quando Pizzetti ha iniziato a comporre la Sonata in Fa, il 27 luglio del 1921, erano passati solo alcuni mesi dalla scomparsa improvvisa della moglie, giovane pianista.
Il compositore indica l’ingresso del violoncello nel “Largo” iniziale, che è appunto un dialogo tra i due strumenti: il pianoforte, evocazione e narrazione di cose, mentre il violoncello attualità di sofferenza. Nel secondo movimento, lo strazio irrompe violentemente “Molto concitato e angoscioso”, con le tumultuose quartine all’unisono del pianoforte sulle quali il violoncello interviene con sortite aspre; solo nelle ultime battute la tempesta dell’animo sembra placarsi. Poi, in apertura del terzo movimento, il violoncello appare “stanco e triste”, in un trepido monologo dove gradualmente riprende vita un dolce afflato melodico. Il pianoforte riappare discretamente con delicate figure arpeggiate, per unirsi gradualmente nella dolcezza di un abbraccio che “con crescente emozione” lascia trasparire una luce di conforto, fino al “perdendosi” finale.
La Sonata in Fa viene per la prima volta eseguita alla Società del Quartetto di Milano nel dicembre 1921, interpreti Ernesto Consolo e Enrico Mainardi.