descrizione
Ignacio Cervantes Kawanagh (L’Avana, 1847–1905) è una figura ancora poco nota fuori del continente americano, se non fosse per qualche Danza che sporadicamente fa capolino in qualche programma da concerto o in qualche incisione: ma fu una figura di assoluto primo piano ai suoi tempi, che furono di grande cambiamento e afflato ideal-rivoluzionario sia in politica che in arte. Dal punto di vista della storia della musica, si dice giustamente che la sua importanza fu soprattutto quella di indirizzare la cosiddetta creolizzazione della successiva musica cubana, cioè la ricerca di una fusione di stili che valorizzasse soprattutto il patrimonio locale, pur con influenze esterne, in una tensione di ricerca identitaria (una sorta di world music ante litteram, potremmo dire). Il destino lo condusse però, oltre ad essere un enfant prodige, anche ad avere vent’anni in una data davvero fatidica: quel ’68 che pare abbia una vera vocazione a sconvolgere lo status quo anche in altri secoli e latitudini. Incoraggiato dal compositore americano Louis Moreau Gottschalk (da cui il secondo cognome) a studiare in uno dei migliori Conservatori del tempo, cioè Parigi, dove ebbe come insegnanti nomi di tutto rispetto quali Antoine François Marmontel e Charles-Valentin Alkan, qui si diplomò assai brillantemente in composizione ed armonia. Tra i numerosi artisti con cui suonò, piace ricordare le due celeberrime voci, rivali, del tempo: la svedese Christina Nilsson e la nostra Adelina Patti. La sua carriera di concertista e virtuoso lo condusse in giro per il mondo anche con il nobile scopo di raccogliere fondi per la causa della guerra d’indipendenza dalla Spagna che, appunto in quel ’68, si inaugurava con la guerra de los Diez Años (1868-1878), la prima di tre guerre di indipendenza. Le Danzas rappresentano il suo capolavoro, presentato qui per la prima volta in edizione integrale, nella splendida incisione di Davide Cabassi. Le note introduttive sono del musicologo cubano José Ruiz Elcoro. Per la prima volta un pianista di vocazione internazionale, non di origine cubana, presenta l’incisione integrale e lo fa con vivacità ed alto valore interpretativo. Questo libro Cervantes 40 Danzas Cubanas delle Ediciones De Blanck portò anche alla scoperta di numerose opere inedite. Un momento cruciale del disco si ha con la partecipazione della pianista russa Tatiana Larionova, che insieme a Cabassi risolve, in assoluta armonia, tutte le difficoltà poliritmiche, apparentemente semplici, delle tre danze, eseguite a quattro mani: (*) Los Delirios de Rosita, La Camagüeyana y Muñecos.
Iconografia: Marzio Tamer, Tucano, 2003, tempera su tavola